giovedì 20 dicembre 2007

NATALE A LA HABANA...


Sinceramente quest'anno mi sarebbe piaciuto passare il Natale a La Habana.
Non mi è mai capitato ancora e forse per questo la voglia di viverlo è tanta.
La voglia di passarlo con persone importanti,nuove persone a me care.
La curiosità di sapere che significa vivere la "noche buena" senza pubblicità,senza il consumismo,senza la frenesia del regalo all'ultimo minuto,del pesce fresco da presentare in tavola strappato al banco del supermercato all'ultimo secondo...
No...forse Natale significa soprattutto tranquillità e Amore...
E allora BUON AMORE A TUTTI.......e un buon Natale nuovo,cubano.

Uno strano viaggio

Dopo un volo di diciotto ore
scendiamo per posarci non sulla terra
non sul cemento ma dentro la luce.
Li ho visti nella luce,intrecciati alla luce:
erano tre, una donna, due uomini
uno era barbuto
eran giovani, non sono riuscito a distinguere
quale fosse bianco, quale nero, quale mulatto
il barbuto era nero, bianco o mulatto? non potevo distinguere
………………………………………
i loro occhi si somigliano tanto e tutto ciò che hanno
è tanto nei loro occhi
che non si riesce a distinguere il colore della pelle,
d’altronde sotto questo sole che dissolve disperde impasta crea
i sangui e le epidermidi
si confondono come danze e canzoni,
…………………………………………
Il colore mi si appiccica al dorso come una maglia
inzuppata di sudore
dal 24° piano dell’albergo guardo la città di notte.
Quello che vedo è un fondo marino dove si riflette il sole
lo splendore dei pesci gialli azzurri arancioni verdi scintilla
e dei frutti di mare giganti dalla madreperla bianca
e delle rocce dai fiori rossi mezzi piante mezzi animali
con lunghi peli.
Dal 24° piano dell’albergo ascolto la città di notte
annega nelle canzoni
canzoni nella terra,la pietra, la foglia
canzoni nella terra la pietra la foglia come il calore vibrante
………………………………
canzoni, polpa di frutti buccia nocciolo di frutti
canzoni, odore di fiori
canzoni, la Spagna, l’Arabia, l’Africa
canzoni negli occhi delle donne sui loro fianchi
canzoni, la mani calde degli uomini
canzoni, i piedi, la vita, le spalle, le danze.
………………………………
incontro degli operai
da che l’Avana è l’Avana nessuno è passato per le vie
con passo così franco,
a anch’io, che ogni giorno all’Avana mi sento più giovane:
l’amarezza del mondo la sento ogni giorno di meno
nella mia bocca
le rughe sulle mie mani si cancellano un poco ogni giorno
ogni giorno credo di più
che la donna lontana pensi a me soltanto
………………………………
e ogni giorno per le vie dell’Avana canto
più gioiosamente
somos socialistas adelante adelante.

Nazim Hikmet “La conga con Fidel” (1962)

mercoledì 19 dicembre 2007

BELLA DAVVERO.........


La nuova campagna pubblicitaria dell'agenzia turistica lovelycuba di Milano(nonchè portale online) è visivamente emozionante.
Faccio questa piccola pubblicità più che altro per riconoscenza verso il primo portale che nel 2002-2003 mi ha aiutato a conoscere questa splendida isola.
Un saluto a Marco sempre indaffarato nell'ufficio de la habana vieja.
http://www.lovelycuba.com/

FIDEL VISTO DA MINA'


Oggi dal sito di LATINOAMERICA,il mensile di Gianni Minà,(splendida pubblicazione)il popolare giornalista dice la sua riguardo l'ultima lettera di Fidel.
Minà credo sia l'ultimo grande dei giornalisti italiani,ormai messo da parte dalla t.v e da una certa stampa di destra.
Ho avuto l'onore di conoscerlo a Roma durante la visione di uno dei suoi documentari in programmazione alla festa del cinema.
Uomo di grande spessore e onestà intellettuale,è rimasto con gli spettatori prima,durante e dopo la proiezione per rispondere ad alcune domande e più che altro per chiaccherare con gente che la pensa,come lui su molte cose riguardo Cuba.
Personalmente l'ho ringraziato per lo splendido lavoro che in tutta una vita ci ha regalato,e ultimamente per questi suoi documentari che stanno facendo il giro del Mondo.

Su tutti "Fidel cuenta el Che"

http://www.giannimina-latinoamerica.it/index.php


GIANNI MINÀ
(19 dicembre 2007)


Se Fidel è corerente con se stesso

Ieri, con una lettera all'ICRT, la tv statale di Cuba, letta nel corso del programma "Mesa redonda informativa", Fidel Castro ha reso noto di non voler tornare al governo del paese, anche se le sue condizioni di salute, che sono migliorate negli ultimi mesi, glielo permettessero.
Fidel, che da un anno, dopo la delicata operazione per rimuovere alcuni diverticoli, partecipa al dibattito politico del paese e del continente, con acuti e lucidi interventi e riflessioni pubblicati dal "Granma", ha ufficializzato quello che da tempo era chiaro a tutti coloro che non guardano alla Rivoluzione cubana con pregiudizio.
La famosa transizione che a Miami e alla Casa Bianca attendono da mezzo secolo è già avvenuta, senza che nell'isola si sia verificata la disgregazione o siano accaduti gli incidenti che negli Stati Uniti si aspettavano, o meglio si auguravano.
La Rivoluzione, che ha una struttura forte, e il consenso, ormai innegabile, della maggior parte dei cittadini, malgrado cinquanta anni di embargo e la strategia della tensione messa in atto contro l'isola da vari Presidenti nordamericani, è già nel suo futuro. Anzi, con il 9% di Pil vive una delle stagioni economicamente meno difficili della sua storia recente, dopo aver superato i terribili anni '90, in cui dovette affrontare un doppio embargo, quello attuato dagli anni '60 ad oggi dagli Stati Uniti, senza nessuna giustificazione plausibile, e quello dovuto alla fine degli accordi economici con i paesi dell'Est europeo, quando tramontò all'improvviso l'impero sovietico.
Gli accordi con il Brasile, la Cina e, per l'energia, con il Venezuela di Chávez, in cambio di personale medico e di assistenza sanitaria, orgoglio della Rivoluzione stessa, hanno creato una situazione che certamente ha favorito una rapida transizione senza ansie.
Se l'informazione su Cuba da parte dei media occidentali, spesso ostaggi dei governi di Washington, non fosse inguaribilmente pervasa di pregiudizio e a volte perfino grottesca, questa realtà era palese da tempo.
Ma i colleghi, anche quelli italiani, come Angela Nocioni di "Liberazione", o come Omero Ciai di "Repubblica", o Pierluigi Battista del "Corriere della Sera", spesso desiderosi di rifarsi una verginità per il peccato di essere stati comunisti, nei loro viaggi nell'isola, o nelle loro riflessioni, guardando Cuba da Miami, Roma o Milano, non hanno voluto accorgersene. Hanno preferito, come nel caso della Nocioni, intervistare il solito giovane cubano senza cognome, ma con un paio di rituali "Ray Ban" sul naso, che sogna la competizione capitalista, quella che rende precario per sempre un ragazzo occidentale, invece di avvicinarsi ad un cubano orgoglioso figlio o nipote di quelli che hanno fatto assurgere l'isola, pur con tutte le sue contraddizioni, ad un esempio di resistenza nel continente, che ora rifiuta la brutalità dell'economia neoliberale, e cerca un nuovo destino.
Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere e Cuba, che ritorna nell'Organizzazione degli Stati Americani dopo esserne stata esclusa per anni per imposizione degli Stati Uniti, e che nel futuro prossimo è possibile entri nel "Mercosur", è la prova, per il vecchio Fidel, di una resistenza premiata e che spiega il recente cambio di atteggiamento dell'Onu nei riguardi della situazione dei diritti umani nell'isola. Un tema che per anni gli Stati Uniti hanno usato come una clava nei confronti di Cuba, mentre organizzavano qualunque tipo di provocazione verso di essa e proteggevano il terrorismo che, in Florida, veniva organizzato per atterrare la Rivoluzione.
Un anno e mezzo fa Fidel Castro lasciò il governo del paese, responsabilizzando cinque persone, oltre a suo fratello Raúl, il ministro dell'Economia Carlos Lage, il ministro dell'Educazione José Ramón Machado Ventura, il ministro della Salute pubblica José Ramón Balaguer, e Felipe Pérez Roque, quarantenne ministro degli Esteri, artefice dei successi diplomatici di cui abbiamo parlato.
L'annuncio di Fidel, che pure è candidato a Santiago per la rielezione al Consiglio di Stato, è solo una conferma coerente alle decisioni prese nel momento dell'insorgere della sua infermità. Tutto il resto è il solito chiacchiericcio di un'informazione carente di ogni credibilità.


martedì 18 dicembre 2007

FIDEL LASCIA....almeno a parole

FIDEL CASTRO IN UNA LETTERA INVIATA ALLA TRADIZIONALE MESA REDONDA,(Trasmissione televisiva pre-serale) HA INCLUSO NELLA MISSIVA RELATIVA ALLA CONFERENZA SUL CLIMA SVOLTASI A BALI, ALCUNI PASSI RELATIVI AL SUO GRADUALE ALLONTANAMENTO DALLA POLITICA DELL'ISOLA...



Sinceramene la cosa non mi preoccupa più di tanto alla vigilia della mia partenza anche se le sue dichiarazioni hanno suscitato un polverone perfino sui Tg italiani!!! Un miracolo

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...la mia più profonda convinzione è che le risposte agli attuali problemi della società cubana, che in percentuale raggiunge quasi il livello d’istruzione medio superiore, con circa un milione di laureati e la reale possibilità di studiare per i suoi cittadini senza alcuna discriminazione, necessita per ogni problema concreto molte più varianti di quelle contenute in una scacchiera. Non si può ignorare nemmeno un dettaglio e non si tratta di un percorso facile, se in una società rivoluzionaria l’intelligenza dell’essere umano deve prevalere sugli istinti.

Il mio dovere elementare non è aggrapparmi agli incarichi, né tanto meno sbarrare il passo a persone più giovani, ma apportare esperienze ed idee, il cui modesto valore proviene dall’epoca eccezionale nella quale mi è toccato vivere.

Penso, come Niemeyer, che si debba essere coerenti fino alla fine.

Fidel Castro

Ti prego d’includere questa lettera nella Mesa Redonda annunciata oggi su Bali.